Notte, notte scura
che più non sei tu,
spogliata ormai del tuo nulla
violentata da mille stelle artificiali,
come riconoscere il tuo lunare albore?
I fantasmi del futuro avanzano
divorando le tenebre,
vampiri quotidiani ti succhiano
il sangue dell'oscurità.
Ed ora ogni strada, ogni angolo
non ha più l'intimità della notte
Patrizio Serra
In circa dieci anni di scorribande teatrali ho incrociato
paesaggi di ogni genere, spesso alla velocità di un sorpasso.
Brevi attimi in cui il tuo occhio percepisce forme
e colori a volte familiari che ti portano indietro con la mente,
allora pensi ai grandi del passato: Salvador Dalì, Turner,
Corot, Van Gogh e a altri ancora.
Ogni volta C.E.E. uno spunto, un richiamo verso
un artista o un suo lavoro, e questo ti permette di portare su
tela ciò che è stato digerito dal pensiero.
Ma a tutto questo manca una parte importante che
raramente ho visto nelle opere del passato. E' la notte, con le
sue ombre più scure del buio, le sciabolate di luce di
caravaggesca memoria; tutto ha il fascino dell'indistinguibile.
Il paesaggio , celato dall'oscurità, si rivela
a poco a poco attraverso l'ombra di una casa, il profilo delle
montagne o di un'insenatura, le insegne luminose, i fari delle
auto sulla strada, che aprono piccoli squarci di realtà.
Il resto...? Il resto è fantasia!
18 novembre 2000, Patrizio Serra